L’eredità dello Studio Simi
1886, nasce lo Studio Simi
Nel 1886 Filadelfo Simi fondò la scuola internazionale d’arte “Studio Simi”, situato in via Tripoli 1, a Firenze. Filadelfo Simi, si è laureato all’Accademia di Firenze nel 1873, proseguì gli studi a Parigi nello studio del famoso artista Jean-Léon Gérôme, fino al 1878.
1923, Nerina Simi prende il posto del padre
Dopo la morte di Filadelfo, nel 1923, Nerina Simi prese il posto del padre come Maestra nella scuola internazionale di arte “Studio Simi”.
1886 – 1987, 101 anni di Studio Simi
Le attività dello Studio sono terminate con la morte di Nerina Simi nel 1987, 101 anni dopo la sua fondazione. Tante persone da ogni angolo del mondo hanno studiato con Filadelfo e Nerina Simi. In questo arco di tempo padre e figlia hanno gestito da soli lo studio, Filadelfo per 37 anni e Nerina per 64.
Studio Simi, l’unica scuola-atelier
Nel 1976 la scuola atelier di Nerina Simi era l’unico posto a Firenze, e probabilmente in tutt’Italia, dove si insegnavano disegno e pittura alla maniera tradizionale. Il suo metodo, infatti, discendeva direttamente dal modo in cui veniva insegnata abitualmente l’arte nell’Ottocento.
Filadelfo Simi
Il Fondatore dello Studio Simi
Filadelfo Simi nacque nel 1849 a Levigliani (Stazzema), zona di montagna dell’Alta Versilia dove si estrae il marmo. Mostrando fin da piccolo un notevole talento per il disegno, fu mandato alla vicina scuola d’arte di Seravezza.
Istruzione superiore
Nel 1869 Filadelfo iniziò gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si laureò nel 1873. In questo periodo conobbe un influente politico, Angiolo Vegni, il quale lo aiutò a trasferirsi a Parigi, per perfezionare la sua arte nello studio del famoso artista accademico Jean-Léon Gérôme. Nel 1878, ultimo anno a Parigi di Filadelfo, la sua opera “Foresta di Fontainebleau” fu esibita alla “Exposition Artistique” del Salone parigino. Tornato in Italia, allestì a Firenze, nel 1882, la sua prima mostra individuale con 26 opere.
Riconoscimenti
Filadelfo Simi riscosse grande successo: nominato Cavaliere, fu onorato e stimato sia in società che nel mondo delle belle arti. Nel 1888 divenne Professore alla Scuola del Nudo all’Accademia di Firenze e nel 1890 fu nominato Presidente della sezione di Pittura. Non era un artista molto prolifico, limitandosi a pochi dipinti l’anno. Nel 1886 Filadelfo fondò la scuola internazionale di arte “Studio Simi”, in via Tripoli 1 a Firenze.
Mostre e premi
Nel 1887 i ritratti dei suoi genitori furono esibiti all’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia, opere per le quali Filadelfo ricevette la medaglia d’oro. I dipinti furono esposti anche a Monaco nell’Esposizione del 1888 e all’Esposizione Annuale Fiorentina de Belle Arti nel 1893, dove Filadelfo vinse il primo premio di 5000 Lire. Oggi le opere di Filadelfo Simi si trovano nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, e nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.
Successione
Dopo la morte di Filadelfo nel 1923, Nerina Simi ha assunto il suo ruolo di insegnante nella scuola internazionale d’arte “Studio Simi”.
Nerina Simi, una vita dedicata all’insegnamento, 1890-1987.
Gioventù di Nerina
Nerina Simi nacque il 13 aprile 1890 a Firenze. Suo padre era il famoso pittore Filadelfo Simi. Battezzata Nerina Maria, firmava i suoi quadri col nome Nera Simi. Suo padre, dopo il soggiorno a Parigi rimase per un breve periodo in Umbria nella Val Nerina, che prende il nome dal fiume Nera. Da qui l’ispirazione per chiamare sua figlia Nerina.
Istruzione superiore
Nerina si iscrisse all’Accademia di Firenze nel 1909. Aveva 19 anni e da tempo disegnava e dipingeva nella scuola internazionale del padre, lo “Studio Simi”.
Istituto Montalve “Alla Quiete”
L’anno successivo alla laurea presso l’Accademia di belle Arti, ottenne una posizione come insegnante all’Istituto Montalve “Alla Quiete”, una scuola riservata a ragazze di benestanti famiglie fiorentine. Rimase lì fino alla pensione nel 1964, all’età di 74 anni. Insegnò in questa scuola per ben 50 anni, portando avanti, allo stesso tempo, la scuola internazionale di arte ogni giorno.
La scelta di non sposarsi
Nerina Simi scelse di non sposarsi per poter dedicare completamente la sua vita all’arte e all’insegnamento. A quei tempi il matrimonio, per una donna, significava rinunciare a qualsiasi ambizione personale. Gli studenti la chiamavano “la Signorina” come se fosse un titolo d’onore.
La sua scomparsa nel 1987
Nera Simi è morta a Firenze il 4 febbraio 1987 e sepolta insieme con i suoi genitori al cimitero delle Porte Sante presso la Basilica di San Miniato a Monte a Firenze.
Nerina Simi, un’insegnante eccezionale
Nerina Simi era una maestra eccezionale e anche una pittrice di talento, molto ammirata ed apprezzata. Come insegnante le sue maggiori qualità erano l’infinita pazienza e costanza. Aveva anche una grande capacità nell’incoraggiare i suoi studenti. Sotto la sua guida, molti di loro hanno scoperto e sviluppato capacità inaspettate, diventando a loro volta pittori noti ed apprezzati e raggiungendo un livello molto più alto di quanto potessero immaginare
La sua scomparsa nel 1987
Nera Simi morì a Firenze il 4 febbraio 1987 e fu sepolta insieme ai suoi genitori al cimitero delle Porte Sante presso la Basilica di San Miniato a Monte a Firenze.
Stazzema, gli studi estivi
Lo studio a Stazzema
La famiglia Simi aveva uno studio estivo e anche una casa a Stazzema, vicino al luogo di nascita di Filadelfo. Nerina ha ereditato la studio in montagna e ci andava ogni estate. Ora lo studio è stato trasformato in un piccolo museo.
Website: artiststudiomuseum.org/studio-simi
“La Villanella” accanto a Casa Giorgini
Filadelfo Simi era proprietario anche di un’ altra casa in montagna, sopra Stazzema, chiamata “La Villanella” oppure “Casa del Pittore”. Si trova a un’altitudine di 800 metri, vicino alla cima della montagna, e gode di una vista splendida sui prati. Filadelfo la comprò nel 1897 per avere una residenza nei boschi vicino al suo caro amico Vittorio Giorgini. Nel soggiorno di questa casa si trovano tre lavori affrescati, due di Filadelfo e uno di Nerina, di dimensioni notevoli e di fattura finissima. Si possono ammirare tuttora nonostante i danni arrecati in parte dal passare del tempo e in parte da atti di vandalismo. La famiglia Simi soggiornava in questa casa durante i mesi estivi.
Alexander Katlan: Studio Simi, un ricordo personale
Lo Studio Simi e Firenze
Sono passati quasi quarant’anni da quando ero un giovane, studente, dal 1977 al 1979, nello studio della Signorina Nerina Simi, eppure i ricordi di lei, dello studio e delle amicizie forgiate lì sono sempre freschissime. Mi trovavo a Firenze con una borsa di studio del museo Smithsonian grazie alla legge dei Musei Nazionali; stavo compiendo i miei studi di post-laurea per conseguire il Master in conservazione della pittura, presso Villa Schifanoia a Firenze. Tutti noi alla scuola di conservazione lavoravamo sui dipinti danneggiati durante l’inondazione a Firenze nel 1966. Queste opere avevano ancora bisogno di attenzione anni dopo. Molti tra i miei amici artisti a Firenze mi avevano parlato dello Studio Simi e della Signorina come una delle poche insegnanti a lavorare ancora nel solco della tradizione accademica del disegno e della pittura, seguendo le tecniche dell’Accademia francese. Mi avevano detto che il rinomato pittore Pietro Annigoni le mandava i suoi studenti, e che era molto difficile entrare nel suo studio a causa del numero di studenti e dello spazio limitato. Nel mio lavoro di conservazione capivo benissimo la chimica, la scienza e la storia dell’arte, ma le mie capacità nel disegno e nella pittura erano piuttosto deboli. Quindi ho messo insieme un piccolo portfoglio, e con molta trepidazione e il mio italiano molto limitato, ho deciso di andare da lei, anche se i miei amici mi avevano avvertito che probabilmente sarei andato incontro ad un rifiuto.
Allora ho suonato il suo campanello, presentandomi così, senza nemmeno un appuntamento, e sono stato ricevuto con grazia e gentilezza in un salottino. Ho visto avvicinarsi una piccola donna anziana, che camminava piano e mi osservava con grande intensità. All’epoca aveva quasi novant’anni ma si capiva che da giovane era stata bellissima, e ancora adesso quando entrava in una stanza aveva un certo carisma. Ha cercato subito di mettermi a mio agio nonostante il mio pessimo italiano, e le mie numerose scuse. Ho cercato di spiegare perché era così importante per noi, che ci occupavamo della conservazione, avere delle capacità nel disegno e la pittura, perché mi ero avvicinato a lei e perché per me era fondamentale studiare con lei. Si capiva dalle sue domande che lei aveva una intelligenza formidabile e una gentilezza infinita. Ha capito subito, e ha detto di sì! Ha detto ‘le persone che si occupano di conservazione devono imparare a disegnare, ce n’erano tanti che non erano all’altezza e quindi non potevano capire la pittura.’ Non credevo alle mie orecchie potevo frequentare il suo studio, mi aveva accettato come studente. Mi sentivo, da non-artista, veramente privilegiato. È nata una grande simpatia fra di noi.
Ho spiegato che non mi era possibile venire tutti i giorni perché avevo lezioni anche all’università. Lei mi ha chiesto di tornare il giorno dopo e mi ha messo nella stanza piccola, quella dei gessi e delle nature morte. Le pareti erano completamente coperte di dipinti suoi e di suo padre Filadelfo Simi (1849-1923, parte del movimento italiano degli artisti Macchiaioli). La luce del nord entrava dalla finestra e illuminava la tavola delle nature morte e i gessi nello sfondo.
La Signorina Simi era molto modesta e tanti dei suoi studenti non sapevano che dal 1874 al 1878 suo padre Filadelfo aveva frequentato lo studio parigino del famoso pittore Jean-Leon Gérôme, e che aveva viaggiato attraverso la Spagna con l’artista americano Julian Alden Weir (1876).
Era una grande gioia essere lì in quello studio, e la mia passione per l’arte era diventata incontenibile. Chiacchieravo e ridevo con i miei colleghi studenti dei nostri disegni, soprattutto di quelli non riusciti. La Signorina veniva fra di noi per commentare e guidarci, e anche lei rideva. Correggeva i nostri disegni, ci insegnava a guardare e vedere, e aveva sempre un sorriso per noi.
Ho fatto amicizia in quegli anni con artisti come Joke Frima, Charles Kapsner, Daniel Graves, Andrew Lattimore, Evan Wilson, Robbie Wraith, Nicky Fleming, Nelson White, James Scrase, Charles Cecil, David William-Ellis, Nancy Peale, Paule Cook, Frank Stazzula e Ben Long. Siamo rimasti amici tramite matrimoni e divorzi e la vita in generale, alcuni fra di loro sono diventati grandi artisti e altri non praticano più l’arte, ma l’amicizia rimane. Era veramente un periodo straordinario, e noi ex-studenti siamo come una grande famiglia.
Alexander Katlan