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geschiedenis

Storia

AdA, un proseguimento dello Studio Simi

AdA è stata fondata seguendo gli insegnamenti della Signorina Nerina Simi, la quale ha portato avanti l’istruzione tradizionale nelle belle arti  di suo padre, Filadelfo Simi. 

Studio Simi, unico ai suoi tempi

Nel 1976 lo Studio Simi era l’unico posto a Firenze, e probabilmente in tutt’Italia, dove si insegnavano il disegno e la pittura sulla base di competenze tradizionali. Il suo metodo di insegnamento discendeva direttamente dal modo in cui veniva insegnata l’arte nell’Ottocento. Nerina Simi ha passato una vita ad a insegnare con questi metodi collaudati, le sue virtù più grandi erano la costanza e l’infinita pazienza.

L’insegnamento della Signorina Nerina Simi

Ricordatevi, io sono la vostra guida, la vostra maestra è la natura.”

Con queste parole Nerina Simi ribadiva l’importanza e il valore di studiare il disegno e la pittura dal vivo. Lei voleva essere, come diceva lei, la “guida”. Allo Studio Simi, nella stanza grande, tutti lavoravano con in posa un modello nudo, ogni giorno dalle 9.00 alle 12.00.

Il modello Nudo

Al modello (o modella) veniva trovata una posizione comoda in modo da poter sostenere la posa per tante ore. C’era sempre un momento di pausa dopo la prima ora e anche di nuovo dopo la seconda ora. Il modello rimaneva in quella stessa posizione, per dodici mattine, sei giorni a settimana. Simi incoraggiava i suoi studenti a fare studi a grandezza naturale, su fogli di carta con superficie non liscia e di dimensione cm 50×70. Siccome un foglio non può contenere una figura intera a grandezza naturale, spesso veniva scelta solo una parte del corpo. Questo comportava uno studio sulla scelta di quale parte rappresentare, come impostarla nel foglio e come lasciare incompiute le parti marginali. 

Carboncino

Nerina Simi faceva disegnare principalmente con il  carboncino, che rende più facile fare correzioni senza rovinare la grana della carta.Questo metodo aiuta ad alleggerire la mano e sviluppare la sensibilità del tocco. Alcuni studi di nudo dovevano essere realizzati con il solo uso della linea che, più o meno intensa, riusciva a rendere l’anatomia e il volume di un corpo, senza bisogno di chiaroscuro. Il bianco e nero è poi fondamentale per capire i valori. Non distratto dalla ricerca del colore, lo studente può concentrarsi nel capire i giusti valori. Raggiungere questa sicurezza è indispensabile nell’affrontare il colore.

Metodo di misura comparativa

Per eseguire un disegno veniva usato il metodo di misura comparativa. Con questa tecnica si realizza, prima di tutto, un disegno con le giuste proporzioni, chiamato ‘costruzione’. Permette di scegliere liberamente dove posizionarsi rispetto al modello e di  decidere come porre il soggetto nel foglio. Fra gli altri strumenti a nostra disposizione avevamo una gomma pane, un bastoncino sottile, un pezzo di pelle di daino, uno specchio nero e un filo a piombo. 

Il Disegno come preparazione alla pittura

La Signorina chiedeva di fare dei disegni che riempissero il foglio intero. Questo esercizio, che coinvolge anche lo sfondo, costituisce una buona preparazione alla pittura, la quale prevede l’intera copertura della tela. Inoltre, coprire un intero foglio richiede molto lavoro ed è quindi un ottimo esercizio per sviluppare la sensibilità della mano. 

Il disegno è la base della pittura

Il disegno è la base della pittura. La Signorina Simi esigeva una profonda conoscenza del disegno prima di iniziare a dipingere. A volte a uno studente servivano anni prima che la Signorina lo giudicasse pronto alla pittura. Tutti gli studenti erano sotto la guida diretta di Nerina Simi, la quale possedeva anche un’acuta intuizione psicologica e capiva perfettamente di che cosa avessero bisogno i suoi studenti. Qualcuno aveva bisogno di essere incoraggiato, a chi era troppo sicuro veniva invece richiesta maggiore attenzione. Nerina Simi era un’insegnante veramente straordinaria, aiutava gli studenti a scoprire in loro stessi qualità e difetti insospettati.

Il modello vestito

Nel pomeriggio fra le 14.00 e le 17.00 c’era sempre un modello vestito. Questo modello (o modella) manteneva la stessa posa per otto giorni, quattro pomeriggi a settimana. Il mercoledì e il sabato pomeriggio non c’erano lezioni con il modello.

La stanza piccola

Oltre alla stanza grande c’era anche la stanza piccola, adibita allo studio delle nature morte. I nuovi studenti, infatti, imparavano il metodo della misurazione comparativa con nature morte e gessi. Quando lo studente era abbastanza preparato per iniziare a dipingere, faceva il suo primo tentativo pittorico con una natura morta nella stanza piccola.

Iniziare a dipingere

Una volta imparata la tecnica basilare della pittura, lo studente veniva “promosso” e poteva iniziare a dipingere il modello vestito e i ritratti. Poi, se i risultati erano abbastanza buoni, poteva cominciare a dipingere il modello nudo. Secondo la signorina Simi, la pittura a olio, non usando nessun tipo di medium, ma mischiando direttamente i colori a olio, permetteva di raggiungere una maggiore sensibilità e padronanza del colore. Passare poi a un’altra tecnica, che fosse l’acquerello, la tempera o il pastello, diventava quindi più facile. 

Il tono e il valore

La difficoltà più grossa quando si comincia a dipingere è trovare il valore giusto nel colore. Nerina Simi insegnava ai suoi studenti a cercare e osservare questo valore, con il supporto anche dello specchio nero. Spiegava che la percezione del colore è molto più personale che disegnare in bianco e nero, e quindi ci sono più differenze fra i pittori quando dipingono. Non dava nessuna ricetta per mischiare i colori, perché la ricerca del colore è molto individuale, e ciascuno deve scoprire quest’arte da solo.

Mantenere il tocco personale nel disegno e nella pittura

Nerina Simi incoraggiava i suoi studenti a esprimersi con il proprio segno e il proprio carattere. La personalità di un pittore è evidente anche nel modo di mischiare i colori e nelle pennellate.

Dimostrazioni illuminanti

La signorina a volte mostrava direttamente come fare, disegnando o dipingendo direttamente sul foglio, o sulla tela, dello studente.  Queste dimostrazioni erano sempre illuminanti, non solo per l’esempio concreto, ma anche per vincere il timore di rovinare il lavoro fatto, in favore di uno studio e apprendimento continuo. La Signorina, infatti, concepiva l’arte come una ricerca continua del bello, dell’armonia, per esprimere se stessi nel rappresentare quella realtà che è sotto gli occhi di tutti, ma in un modo nuovo, pittorico e poetico. Questo modo di interpretare la realtà è alla base della ricca tradizione figurativa classica che Joke,  consapevole di questa preziosa eredità, vuole tramandare alle future generazioni.

Scuola-Atelier. Firenze, Joke Frima 1980-1984

Da una cucina a uno studio bellissimo con una grande finestra a nord

Dal 1980 al 1984 ho insegnato il disegno e la pittura a Firenze. Il primo anno una studentessa italiana ci ha messo a disposizione la cucina di casa sua. All’inizio ci si incontrava qualche pomeriggio a settimana, ma nel giro di pochi mesi le lezioni divennero quotidiane. Negli anni successivi la mia scuola-atelier si è spostata prima al Circolo Le Lame, in via Gran Bretagna, poi, nel 1984, in via della Robbia, nel bellissimo studio di Ben Long, con una grande finestra a nord e un piccolo giardino. Per dare alle mie attività una forma legale, ho fondato l’Associazione Culturale di Disegno e Pittura Realistica. 

Queste foto sono alcuni esempi dei lavori eseguiti dai miei studenti.

Le Lezioni

Si faceva lezione ogni pomeriggio fra le ore 14.00 e le 17.00 tranne il sabato e la domenica. A volte, per periodi di due settimane, avevamo a disposizione un modello o una modella, e le due settimane successive si lavorava su una natura morta oppure su un gesso.

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